Giappone: il viaggio dove futuro e passato si vivono nel presente

Alcune impressioni sul recente viaggio in Giappone (2-16 settemnre2023), organizzato da Link tour.

Che dire di questo tuffo nel futuro?

Di primo acchito il Giappone ci è apparso la terra dove l’ecosistema ambientale è profondamente dominato dalla tecnologia: edifici costruiti secondo severe norme antisismiche ma di ardite forme architettoniche (da far sembrare obsolete quelle newyorkesi), trasporti pubblici efficientissimi, tanto puntuali da spaccare il secondo, lanciati ad alta velocità e frequentati da passeggeri silenti ( o anche da turisti chiacchieroni come noi), personale in servizio sempre gentile e cortese, ordine e pulizia ovunque si volga lo sguardo nello spazio urbano.

Città giapponese

Ma così tanta modernità, accompagnata da una forte disciplina sociale, lascia poi spazi alla meditazione e alla contemplazione, rinvenibili all’interno di alcune aree urbane dove in più luoghi si ergono templi buddhisti o santuari shintoisti presso cui si recano uomini, donne, giovani, anziani a pregare o a rivolgere alla divinità richieste di aiuto o domande sul proprio destino, lasciando piccoli messaggi scritti,annodati come nastri a griglie di bambù posate all’esterno, nei cortili adiacenti.

Oasi di pace per chi certamente conduce vite frenetiche e a volte stressanti.

Tempio giapponese

La natura, in Giappone, parla al viandante attraverso i suoi giardini, massima espressione della creatività artistica nipponica.

Come non rimanere folgorati dalla visita alla pagoda d’oro di Kyoto?
In quello spazio meticolosamente ideato dalla mano dell’esperto giardiniere nulla è casuale o naturale: le ghiaie grigie ai bordi del lago in cui nuotano allegramente carpe colorate gialle e nere, le rocce assemblate in modo tale da imitare la figura di un animale simbolico, le piante ritagliate e forzatamente costrette a crescere secondo forme bilanciate.

Per non parlare dell’accostamento dei colori vegetali che mutano con  l’andamento delle stagioni trapassando dai verdi intensi dei pini ai rossi degli aceri, ai gialli dei maestosi ginkgo biloba.

Il tutto per formare un quadro dipinto in cui natura e cultura si fondono in modo equilibrato e perfetto.

La natura tra i palazzi

Anche il cibo ha avuto la sua importanza in questo viaggio nell’estremo oriente: la ricchezza e la varietà degli ingredienti non mancano sulle tavole giapponesi, con tante specialità diverse da regione a regione.

Come non ricordare il miso, le zuppe, il ramen , un buon sakè (ma anche la birra è gustosa), carne di Kobe, sushi, tempura di verdure e dolcetti al matcha, il te’ verde dalle grandi proprietà antiossidanti.

Il nostro orizzonte gastronomico italico – che consideriamo un’ eccellenza nel mondo- ha trovato un forte competitor sulle mense nipponiche.

Anche le zone rurali, extra urbane, riservano piacevoli passeggiate e cammini riposanti che si snodano tra i boschi e antichi villaggi, diventati oggi metà per i turisti alla ricerca di qualche traccia del passato dell’epoca degli Shogun.

Anche le cerimonie del tè, così avvolgenti nella loro ritualità gentile e composta, insieme alle salite ai templi
in kimono per assaporare la religiosità semplice dei pellegrini, hanno costituito una modalità di approccio, seppur parziale ma significativa, per cogliere lo spirito di questo popolo dalle antiche tradizioni e radici che merita di essere conosciuto e apprezzato nella sua diversità e ricchezza dai nostri occhi di occidentali.

Un viaggio da consigliare che fa superare e dimenticare presto la fatica del lungo volo.

Paola Zanardi

 

Quotidiano Travel

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